Padiglioni uditivi: esseri umani e animali
Le orecchie degli esseri umani, o meglio, i padiglioni uditivi sono posti ai lati della testa e la loro forma e orientamento permettono di captare i suoni, amplificando maggiormente quelli che provengono frontalmente, e convogliarli verso il timpano e l’orecchio interno.
Il padiglione auricolare è dotato di una serie di muscoli, che nell’uomo sono molto rudimentali. Molti animali, invece, possono letteralmente puntare le orecchie in direzioni diverse da quelle in cui è orientato il muso.
I gatti
I gatti hanno un udito eccezionale, capace di recepire frequenze dai 45 ai 50.000 Hz. Le loro orecchie, inoltre, sono dotate di una muscolatura imponente, che permette di orientarle a piacere. Tale abilità permette loro di isolare la fonte sonora interessata dai rumori ambientali circostanti, in modo da individuare con estrema precisione la sorgente.
I cavalli
Anche tra i cavalli questa capacità è importante. In una mandria, ad esempio, è sempre presente almeno una “vedetta”, il cui udito è essenziale. Le orecchie sono in grado di ruotare fino a 180 gradi e possono muoversi insieme o indipendentemente consentendo di concentrarsi contemporaneamente su due sorgenti sonore. La capacità di localizzazione, però, non è molto precisa, ma la distanza di percezione è notevole: i cavalli possono sentire rumori, anche deboli, ad una distanza di vari chilometri.
I gufi
Esistono poi altri animali che, pur non essendo dotati di padiglioni auricolari, sfruttano la posizione delle proprie orecchie. I gufi, ad esempio, hanno le orecchie disposte in modo asimmetrico: una si trova più avanti rispetto all’altra. Questa differenza consente al gufo di identificare la posizione esatta di una fonte sonora, anche nell’oscurità.