La perdita di udito indotta dal rumore dipende sia dall’intensità che dal tempo di esposizione. Il danno può manifestarsi come la difficoltà di comprensione del parlato in ambienti rumorosi e, spesso, è associato all’acufene (fischio o ronzio all’orecchio).
Se hai notato simili sintomi, ti consigliamo fortemente di fare al più presto un controllo dell’udito.
In sintesi, possiamo identificare 3 principali situazioni rumorose che mettono a rischio l’udito.
Ambienti professionali: l’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro stima che quasi il 33% dei lavoratori sono esposti a rumori di alto livello durante l’attività. Le prove disponibili, inoltre, suggeriscono che i livelli medi di rumore sono al di sopra di quelli raccomandate.
Ambienti ricreativi: l’ascolto prolungato di musica ad alto volume, soprattutto nel caso vengano usate cuffie o auricolari, aumenta il rischio di una perdita dell’udito.
Il livello raccomandato di esposizione al suono è inferiore a 80dB per un massimo di 40 ore alla settimana. Gli ascoltatori abituali che utilizzano cuffie o auricolari possono esporsi allo stesso livello sonoro a cui si esporrebbe un lavoratore industriale (tra 85 e 100 dB). L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che più della metà degli individui di età compresa tra i 12 e i 35 anni si trovino in questa situazione.
Fattori ambientali: i suoni forti si incontrano regolarmente anche nel quotidiano, ad esempio: i rumori del traffico o gli elettrodomestici. Normalmente si tratta di livelli inferiori a quelli pericolosi per l’udito, tuttavia possono aumentare il rischio di altri effetti negativi (cardiopatie, disturbi del sonno, disturbi cognitivi…).