Sistema uditivo: esseri umani e animali
Il sistema uditivo umano, oltre a permetterci di sentire rumori e parole, ci aiuta nella localizzazione dei suoni e nella percezione dell’ambiente che ci circonda. Alcuni animali hanno evoluto questa capacità in modo incredibile attraverso un sistema chiamato “ecolocalizzazione”.
I pipistrelli
I pipistrelli sono i più noti, tra gli animali dotati di questa abilità. Fu il biologo italiano Lazzaro Spallanzani che, tra le altre importantissime ricerche, studiò i metodi di navigazione e localizzazione dei pipistrelli nel 1793, intuendone il funzionamento. Quasi due secoli dopo lo zoologo statunitense Donald Griffin dimostrò che questi animali utilizzano gli ultrasuoni (ad alta frequenza) per orientarsi e catturare le prede. In pratica, durante il volo squittiscono, producendo circa 15 suoni al secondo, e analizzano l’eco di ritorno che permette loro di capire con estrema precisione la posizione di prede ed ostacoli. Il range di frequenze percepite da un pipistrello va da 14.000 ai 100.000 Hz.
Ecolocalizzazione: altri animali
In natura esistono altri animali in grado di utilizzare l’ecolocalizzazione. Si tratta di alcune specie di roditori (toporagni e tenrec), di uccelli (guaciaro, rondone) e di mammiferi marini (come narvali e delfini). È particolarmente utile agli animali che vivono nelle profondità marine o nel sottosuolo, dove la vista aiuta solo fino a un certo punto.
Il delfino
Il delfino, similmente al pipistrello, emette un suono che, rimbalzando, viene percepito dalla mascella inferiore. Le vibrazioni di quest’ultima vengono trasmesse all’orecchio interno fornendo una sorta di mappa sonora di quello che si trova davanti, che permette al delfino di cacciare in modo efficace ed evitare possibili pericoli.
I principi dell’ecolocalizzazione
In realtà i principi dell’ecolocalizzazione possono essere utilizzati anche dall’essere umano. In particolare negli anni ’50 è stata studiata una tecnica, chiamata “visione facciale”, per aiutare l’orientamento delle persone non vedenti. La tecnica consiste nello schioccare la lingua. Lo schiocco della lingua produce un suono di frequenza alta e rapida. Siamo lontani dagli ultrasuoni degli animali ma, con esercizio ed impegno, è possibile interpretare come questo suono “rimbalza” sogli oggetti in base all’angolazione con cui ritornano e alla loro composizione armonica.