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UN NUOVO POSSIBILE LEGAME TRA IL MORBO DI ALZHEIMER E LA PERDITA DELL’UDITO

Il legame tra perdita dell’udito e malattia di Alzheimer (AD), così come altre forme di demenza e disfunzione cognitiva, è noto da almeno due decenni. Una lieve perdita dell’udito può raddoppiare il rischio di demenza, una perdita moderata triplicarlo e, in generale, le persone con un calo di udito non trattato hanno una probabilità cinque volte maggiore di sviluppare una forma di decadimento cognitivo.

Le principali cause finora individuate sono relative all’isolamento sociale dovuto all’ipoacusia, che potrebbe portare a solitudine, depressione e atrofia cerebrale accelerata, e all’aumento del “carico cognitivo”, in quanto il cervello è costretto a lavorare di più, riallocando altre risorse mentali, per percepire il parlato.

Una nuova ricerca del Medical Center dell’Università di Rochester potrebbe far luce su almeno un altro possibile fattore. Lo studio mirava a comprendere la relazione tra Alzheimer e il disturbo dell’elaborazione uditiva centrale, associato alla “perdita dell’udito nascosta”, la condizione per la quale le persone possono avere difficoltà a comprendere il parlato anche se i risultati dei loro test dell’udito appaiono nella norma.

Osservando i dati si è scoperto qualcosa di inaspettato: le placche amiloidi si trovavano più frequentemente nelle regioni di elaborazione uditiva e quindi potevano contribuire alla perdita dell’udito riducendo la capacità del tronco encefalico di coordinare le risposte al suono. La posizione di queste placche potrebbe quindi essere un potenziale biomarcatore per monitorare la progressione della malattia. Le valutazioni regolari della risposta uditiva del tronco encefalico [ABR] potrebbero aiutare la diagnosi.

I ricercatori osservano che sono necessari più studi longitudinali per convalidare questi risultati ed esplorare le applicazioni cliniche. Il monitoraggio degli ABR nel tempo potrebbe aiutare a identificare diverse popolazioni di pazienti e guidare il trattamento futuro. In definitiva, una più profonda comprensione del legame tra disfunzione uditiva e Alzheimer dovrebbe migliorare la cura del paziente e migliorare la qualità della vita delle persone affette.

 

 

Fonte: University of Rochester Medical Center and HearingTracker
Studio: Na D, Zhang J, Beaulac HJ, Pikna-Przybylska D, Nicklas PR, Kiernan AE, White PM. Increased central auditory gain in 5xFAD Alzheimer’s disease mice as an early biomarker candidate for Alzheimer’s disease diagnosis. Front Neurosci. 2023;17. Published online May 26, 2023. doi.org/10.3389/fnins.2023.1106570
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